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Perdí

I Camici Bianchi in corteo tra goliardia e leggittime rivendicazioni

di Giovanni Leoni

da  Il Gazzettino –  6 febbraio 2010

Circa ottanta medici ospedalieri del Civile  con  una rappresentanza dei medici di base hanno fatto oggi pomeriggio una “passeggiata”  di protesta in camice bianco,  con sopra il cappotto viste le temperature,  ma armati di striscione e barella con tanto di  manichino avvolto in un lenzuolo che rappresentava la “sanità malata”.

Cori e fischietti hanno fatto da sottofondo al nostro passaggio sotto gli sguardi increduli dei passanti fra i quali magari c’erano alcuni dei nostri  ex pazienti o loro parenti.
Perchè a Venezia ci si conosce un pò tutti e i medici  del Civile in camice in giro a protestare non li aveva ancora  mai visti nessuno.

Le radici goliardiche hanno fatto clamorosamente  breccia anche in tanti   brizzolati seri professionisti plurispecializzati tra cui alcuni primari.

Partiti da campo S. Giovanni e Paolo, ci siamo diretti verso Rialto e poi a S. Marco  al Palazzo della Regione in via XXII marzo dove il gruppo ha sostato e dimostrato rumorosamente contro il Consiglio Regionale  rinchiuso poco distante, speriamo a lavorare.

Successivamente il corteo si è diretto verso la piazzetta S. Marco e sotto le colonne di Marco e Todaro dove sono state fatte le ultime foto per la stampa. Un momento di grande unità della categoria che rivendica , anche se in modo allegro, la propria dignità professionale, il proprio ruolo nella sanità.

Se non mi paghi non mi rispetti, nè rispetti il mio lavoro, nè i pazienti che poi, incolpevoli subiscono alla fine le conseguenze di una nostra  protesta sulla loro salute.

Sì,  la  rabbia e la frustrazione di questi  giorni hanno trovato uno sbocco positivo, ma dopo questo momento unico che ricorderemo nel tempo e che ci farà tornare domani al lavoro  più uniti, il pensiero diffuso  è stato come continuare la protesta contro il Consiglio Regionale senza danneggiare i pazienti.

Perché noi siamo prevalentemente medici di corsia ospedaliera  e di sala operatoria, i nostri pazienti li conosciamo letto per letto, ognuno con la sua storia, i suoi problemi e i suoi parenti e questa situazione  questa responsabilità di abbandonarli non la sopportiamo proprio. Non è nel nostro stile.

Ci stiamo armando controvoglia per lo sciopero ma la risposta comune la troveremo venerdì in assemblea congiunta Mestre  Venezia  se la politica continuerà ad essere sorda al continuo richiamo  all’impegno a cui la stiamo sottoponendo nelle varie forme ormai da giorni.

E quando questa storia sarà finita, perché siamo certi che finirà presto,  sarà tempo che medici, direttori e politici comincino a dialogare fra loro con un linguaggio comune e che si ascoltino a vicenda se i cittadini  vogliono una sanità al passo coi tempi.

In caso contrario  ognuno si assumerà le proprie responsabilità davanti ai pazienti ed ai loro parenti   che si fidano di noi in quanto medici.

Ma dopo questo trattamento che ci ha riservato la politica per la nostra dignità professionale  e dopo la scoperta di come viaggia il “bilancio familiare“  di questa AULSS, per quanto ci riguarda niente sarà più come prima.

Ringraziamo il Questore che ci ha permesso di manifestare oggi  e i ragazzi della Polizia di Stato che, a norma di legge, ci hanno dovuto scortare nel pomeriggio in giro per la città.

Alla fine per noi  sono state circa due ore di  protesta in stile goliardico, ma loro stavano lavorando per noi.

Dott. Giovanni Leoni

Segretario Aziendale CIMO-ASMD ULSS 12 Veneziana

Consigliere OMCeO Provincia di Venezia

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