Medico nativo digitale
E’ del 2001 lo slogan di Mark Prensky “Nativo Digitale e Immigrante Digitale “ . Il ragionamento alla base è che negli ultimi tempi si siano formati due distinti gruppi sociali : coloro che sono cresciuti in una realtà in cui le tecnologie digitali sono integrate e di comune uso ed altri, più anziani, che hanno visto la propria esistenza caratterizzata dalla proliferazione e diffusione capillare negli aspetti , ludici, sociali e lavorativi di pc programmi e derivati. Questa citazione mi ha fatto riflettere sulla trasposizione terminologica di queste nuove definizioni nel campo medico. Il sottoscritto, matricola 76/77 a Padova, è a tutti gli effetti un “Immigrante Digitale “ , la cui tesi di laurea è stata battuta con la macchina da scrivere.
Le ricerche bibliografiche avvenivano sui libroni dell’Index Medicus, edizione mensile e raccolte annuali, Internet e PubMed erano lontani , testo e grafica venivano stampati su carta, fotografati magari con pellicola da diapo speciale per rendere fondo nero e testo bianco.
Il primo pc dal vivo l’ho visto nell’82 in Clinica Chirurgica dal Prof. Peracchia, era grande come un frigo di dimensioni per famiglia media , il “dischetto” era una ruota da Vespa che periodicamente veniva portato al Centro di Calcolo dell’Università, lo schermo piccolo e monocromatico.
Venivano utilizzati programmi statistici applicati alle necessità dei medici , il continuo confronto culturale con gli informatici partoriva test su misura con risultati di tabelle e dati complessi e sempre aggiornati. Gli “esploratori medici “ immettevano i dati e dialogavano in linguaggi come Dos, Cobol, Fortran con i primi computer “privati” , era una ristretta èlite, fuori imperavano la carta e le calcolatrici.
Cosa è cambiato in 30 anni ?
Studenti e specializzandi sono nati con Internet ed un Pc personale, il primo posto dove fare una ricerca è la rete, sulle riviste messe a disposizione della Biblioteca Universitaria , altrimenti un singolo articolo completo in pdf , non il solo abstract, può costare decine di euro. Anche dei libri ormai esiste sempre più di frequente la versione scaricabile on line., le riviste scientifiche si classificano secondo il loro Impact Factor dal New England J Med (IF. 53.298) in giù . L’IF è un indice sintetico che misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica e rappresenta il metodo più diffuso per quantificare il livello di produzione della stessa.
Le riviste scientifiche si consultano per lo più in rete , molte hanno l’applicazione specifica per essere lette su IPad e simili , poi si stampa l’articolo che interessa.
E poi database progettabili e personalizzabili che girano su Windows o Mac con possibilità di avere dati senza l’apporto di informatici , presentazioni ai congressi da “chiavetta” , gli ultimi anni 90 hanno visto il passaggio dai carrelli e contenitori di slides al semplice caricamento del file PPT su computer della sede congressuale.
Tutto bene dunque, un ciclo virtuoso , tanti “talenti” alla Steve Jobs insieme , la rete scientifica era mondiale, il campo era sempre relativamente ristretto, i partecipanti una sezione interessata, dedicata, affamata.
Poi il digitale è uscito dalle Università , dalle Sezioni Amministrative e dai Centri di i Calcolo, ed è arrivato nelle AULSS , nelle corsie ospedaliere , nel territorio.
Per un medico ospedaliero Il primo segnale sono i codici dei DRG a metà anni ’90 con relativo programma di inserimento. In quegli anni erano ben pochi i medici che usavano il Pc , bisogna aspettare Windows 95, pur con tutti i suoi limiti, per una rivoluzione del settore, All’epoca i Pc avevano per lo più sostituito le macchine da scrivere, Internet doveva ancora arrivare al grande pubblico, non esistevano i portatili, pochi e pesanti i telefoni cellulari.
Le risposte per i pazienti era comodo averle su computer per tenere in ordine i dati, il programma te lo facevi su misura da solo, ma i cartellini di cartoncino facevano ancora da padroni.
Venivano organizzati corsi per i DRG , ma molti medici semplicemente non sapevano e non erano interessati ad usare il computer , era fuori della loro mentalità, al limite il programma di videoscrittura per le lettere di dimissione.
Poi , quasi senza preavviso , è stato l’inferno.
Negli anni 2000 esplode la comunicazione globale : cellulare e pc entrano nelle case degli italiani come i televisori negli anni 60. Nascono le reti ospedaliere, le Intranet.
Al programma per i DRG , si aggiunge il programma per richiedere gli esami on line con relativa password di accesso, progressivamente tutti gli esami si devono richiedere on line ed anche le riposte lo sono. Vengono fatti corsi di istruzione , di base ed avanzati, il grado di apprendimento e facilità di adattamento è eterogeneo, programmare , fare l’immissione dati cioè il “data entry” su pc non è precisamente come girare su internet con il mouse o giocare in rete.
Scompaiono le lastre arriva l’immagine radiologica digitale con relativa login, pass e programma, chi non ci arriva le radiografie non le vede più . Veramente i programmi possono anche essere due : uno per vedere le immagini ed uno per i referti > clikkare per vedere.
Usare il computer non è più uno sfizio, una passione , è una necessità per lavorare.
Arriva il programma per inserire i pazienti in lista per la sala operatoria e per scrivere l’atto operatorio, altra pass e login relativa.
Tutte le ditte ed i programmi sono diversi anche perché arrivano in tempi successivi. .
L’accesso ad Internet nelle AULSS viene regolamentato, ogni dipendente si collega con la sua login e pass.
Poi arriva la lettera di dimissione unificata, prima più semplice per tutti i reparti con pochi campi, fatta da un medico particolarmente dotato, a fini di condivisione del dati , poi una multi campo con collegamento Internet (e non Intranet) al prontuario farmaceutico: il tempo necessario alla stesura si allunga.
Il programma della cartella elettronica diventa DRG centrico , se non fai il DRG non dimetti il paziente, neanche fosse un livello da videogame.
La mail aziendale diventa il sistema di comunicazione ufficiale , stessa cosa le consulenze dei vari reparti , chi non apre il Pc è perduto, peggio inadempiente. Scoppiano conflitti fra colleghi del tipo “ io la richiesta te l’ho fatta con apposito programma > risposta se era così urgente una telefonata no vero, pensi che sia sempre al Pc ?” .
Nota positiva, la login e pass che metto più volentieri è quella con cui guardo gli esami da laboratorio, di qualsiasi paziente ovunque io sia in ospedale con tanto di tabella dell’evoluzione dei giorni precedenti, quella che temo di più quella per i certificati di malattia perchè se non riesco a connettermi con il mitico Sistema TS per problemi di linea sembra che sia io che tendo ad evitare la procedura .
Infine un nuovo programma, quello della dimissioni con autoambulanza o idroambulaza , anche questo ha una sua dignità login e pass, sta a te interfacciare la realtà del paziente con il programma per prenotare le visite anche in post ricovero per un mese a carico del reparto che dimette.
Un giorno poi arriva una card personalizzata con tanto di chip e foto del tempo che fu cioè per alcuni di 20-30 anni prima quando avevano i capelli e 20 Kg di meno : è la tua firma digitale, dice che sei tu e solo tu a programmare .
E sì perché ormai sei diventato un programmatore, specializzato ma un programmatore e non te ne sei neanche accorto. Gli specializzandi , i Nativi Digitali , sono a loro agio perfettamente , velocissimi , li invidio. Io povero Immigrante chiedo solo di poter accedere con la mia card chippata ed univoca da qualsiasi terminale, senza dover inventarmi periodicamente nuove pass perché scadono e linee interne adeguate al traffico crescente.
Le Amministrazioni devono ricordare che il lavoro del medico è una professione intellettuale, che per prima cosa dobbiamo avere il tempo di visitare i nostri malati, ci serve tempo per pensare, discutere fra di noi, parlare con i parenti, aggiornarci, riposare dopo un turno massacrante. Se no gli sbagli aumenteranno a tutti i livelli.La tecnologia deve essere al servizio del medico, non il contrario. Non possiamo passare sempre più tempo al terminale coinvolti in mille problemi organizzativi, non è questo il mestiere per cui abbiamo studiato.
La soluzione ? Impossibile fermare il progresso , ma governarlo diversamente si.I programmi devono essere scelti fra quelli costruiti in modo semplice ed intuitivo e devono essere integrati e continuamente aggiornati secondo l’esperienza maturata sul campo, il riconoscimento del “programmatore medico” ormai deve essere univoco via card , senza il continuo incubo delle password, e con accessi capillari, è necessario costituire un gruppo di studio per l’ascolto dei medici nei problemi incontrati nell’uso delle nuove tecnologie ed i possibili rimedi, in particolare in questa fase di transizione tecnologica.
Notiziario OMCeO Ve n. 1 2013