Carenza di primari e medici all’AULSS 12 Veneziana
Il blocco del normale ricambio del personale è alla base degli scontri tornati all’onore delle cronache in questi giorni, ma con origini ben più datate, fra Regione Veneto e AULSS 12 Veneziana.
Non sono solo i primari che mancano, anche se la loro carenza è la più importante ed appariscente visto il ruolo ricoperto con relative responsabilità, ma anche molti altri medici che sistematicamente non vengono sostituiti.
In alcuni casi vi sono state pesanti polemiche come nel caso del primario di cardiologia dr. Risica.
La strada per costruire un bravo medico ospedaliero è sempre stata lunga, con necessità che colleghi più giovani facessero parte della carriera al fianco di elementi più maturi.
Pare opportuno ricordare che l’ arrivo della “quiescenza “ non è un evento improvviso ma programmato con largo anticipo, il blocco delle assunzioni e la riduzione del personale un obiettivo ministeriale, mentre a livello regionale e per la sanità viene salvaguardato da apposita delibera il mantenimento dei LEA cioè dei Livelli Essenziali di Assistenza , con possibilità quindi da parte delle AULSS del Veneto di assumere parallelamente ai pensionamenti il personale necessario.
Il problema quindi apparentemente non sussiste, rimane da decidere quali sono i LEA che ha in mente la Regione Veneto per l’AULSS 12 Veneziana ed in particolare per Venezia centro storico e per Chioggia.
A tale proposito dati ben noti come età media della popolazione, tasso di malati oncologici, tasso di patologie croniche, caratteristiche del territorio veneziano sono delle realtà scientifiche che non possono essere ignorate.
Ma sui giornali a livello regionale qualche esponente politico lo ha fatto lo stesso.
I medici per indole sono immersi nel loro lavoro che li porta ogni giorno a contatto con vita e morte, le lotte politiche le vedono da distante, come un film in tv, ma l’ingerenza del potere in questo caso sta superando il limite della decenza sulla pelle dei pazienti.
E’ difficile capire chi ha ragione o chi ha torto fra Regione e AULSS 12, siamo preoccupati più dal vuoto che viene lasciato dai colleghi che deve comunque essere ricoperto visto che esiste per noi un lavoro ineludibile come le guardie, le reperibilità e le urgenze, mentre le visite e gli esami ambulatoriali vengono ridotti, e le liste di attesa si allungano.
Chi poi fa il primario facente funzioni non può per miracolo fare anche il medico di corsia o le notti
( a volte lo fa lo stesso…) per un tempo illimitato.
Nella nostra AULSS in questi giorni è arrivata una circolare che mette in guardia i medici : le ore straordinarie effettuate verranno pagate solo parzialmente secondo determinati criteri visto il livello del consumo del fondo disponibile annuale.
Per inciso : i lettori non hanno idea di quante ore straordinarie a livello regionale i medici “regalano” alle AULSS: certo non tutti i colleghi fanno così ma è un dato di fatto e contabilizzato,e la Regione lo sa. Su questo regalo si regge ancora il Sistema Sanitario Regionale così come lo vedete voi.
L’avviso della nostra Direzione Sanitaria è chiaro e dovuto : i soldi a disposizione sono finiti, se volete continuare lo stesso a fare lavoro extra lo farete gratis oppure , come da contratto, potete recuperalo e stare a casa.
Così i medici che si sono scelti questo lavoro per prima cosa per passione sono divisi fra assistere i pazienti o ritardare visite ed interventi chirurgici non urgenti. Finite le ore contrattuali dovute dovremmo tutti andare a casa e magari recuperare le ore fatte in eccesso. Normale.
Una lista di nomi in attesa su un computer può sembrare anonima , le persone che hai visitato e che hanno fiducia in te e che ti cercano anche personalmente per sapere a che punto è la soluzione del loro problema un’ altra questione . Risolvere problemi altrui è la missione del medico , che può sopperire alle carenze strutturali con la propria disponibilità, fino ad un certo punto.
Un cardiologo interventista che in poche decine di minuti deve essere pronto a qualsiasi ora per disostruire un’ arteria coronaria e salvare il cuore di un paziente non può essere reperibile tutte le notti ed i festivi per settimane consecutive continuando a lavorare di giorno.
Un chirurgo che ha operato d’urgenza di notte, non può essere ancora in servizio il giorno dopo, non si può essere “sempre” reperibili (di norma 10 volte al mese al massimo ) ma in molti reparti il limite viene ormai sistematicamente superato alla faccia dei contratti di lavoro.
Esiste un’alternativa: chiudere , servizi od interi reparti , ed in questa AULSS è stato fatto , ma ancora non basta. In compenso arrivano sempre più turisti da curare od immigrati, i ricchi e i poveri, con problemi medici, linguistici ed assicurativi relativi che si sommano ai quelli dei residenti.
Chi ha il potere di “razionalizzare” , “accorpare” , “ottimizzare” , “risparmiare” , in ultima analisi
gestire la sanità veneziana lo faccia ed in modo trasparente, rispettoso anche delle possibilità fisiche dei medici che in Italia hanno un’età media di 53 anni. Anche noi invecchiamo mica solo i nostri pazienti …
In sintesi i medici della AULSS 12 Veneziana non possono sopperire con la loro buona volontà a problemi gestionali più grandi di loro, non possono accelerare il ritmo all’infinito per garantire sempre le stesse prestazioni con meno unità.
L’errore umano è sempre possibile, ma se c’è un medico coinvolto, tutto viene amplificato, la condanna mediatica immediata è certa, l’assoluzione quando arriva è lontana e dimenticata.
Lavorare così che senso ha?
La CIMO-ASMD AULSS 12 Veneziana, richiede alla Regione Veneto ed alla nostra AULSS le risorse materiali necessarie ed il rispetto delle regole del nostro contratto di lavoro nazionale, che non sono state fatte per caso, ma per metterci nelle adeguate condizioni per curare i nostri pazienti.
Venezia 26 ottobre 2011 Giovanni Leoni
Segretario Aziendale AULSS 12 Veneziana CIMO-ASMD