Radici
di Giovanni Leoni
In questo periodo “Rinascimentale” sotto l’egida di Giuseppe Dal Ben che attraversa la sanità veneziana di terra e di mare, con epicentro nell’area clodiense, deve essere adeguatamente evidenziata l’opera di recupero della parte monumentale della Scuola Grande di San Marco che viene classificata come uno dei capolavori del Primo Rinascimento.
A questo link http://www.scuolagrandesanmarco.it/ i colleghi più interessati porteranno trovare lo sviluppo del progetto completato a cura di Mario Pò.
L’ adeguamento per l’apertura gratuita la pubblico è stato svolto in parallelo a molte altre opere di ristrutturazione tipicamente sanitaria . Conoscevo le sale dal 1991, anno della mia assunzione, e la Sala dell’Albergo era la sede di consultazione riviste mediche, internet era ancora lontana, e la dotazione era buona. La guida ricostruisce la storia delle opere pittoriche e colma in poco tempo un gap culturale notevole , tanto più per un medico veneziano.
Ma la mia attenzione , quando attraversavo la Sala Capitolare deserta, per qualche incontro ristretto nella Sala dell’Albergo, era diretta alla visione delle bacheche con gli strumenti chirurgici ed i libri antichi , depositari di un scorcio della Storia della Medicina, un mondo dal glorioso passato di cui mi sento parte nel mio piccolo presente,.
Un ricordo per l’Economo Giorgio Nogara , da poco scomparso, che ha dedicato tempo e passione alla difesa e recupero di quello che è possibile ammirare oggi nelle vetrine.
Il silenzio chiesastico dato della mura antiche e l’ osservazione del retaggio del passato induce alla riflessione sulla medicina che fu e lo trovo terapeutico prima di rituffarsi nello stress della vita reale di una corsia ospedaliera.
Consiglio una visita ai Colleghi che avvertono un senso di smarrimento per la realtà di tutti i giorni , come ricerca delle proprie “origini mediche” , della nobiltà di chi esercita l’ Arte Medica nel senso più completo del termine.
Così, una notte, mi sono trovato a rileggere alcuni passaggi del volumetto Metodologia Clinica di Austoni – Federspil ed Cedam 1975 – e mi sono perso con piacere tra le pagine. “Se la medicina non fosse obiettiva non esisterebbe, se fosse solo obiettiva e scientifica , sarebbe inumana “ Christian , pag 253 “La formazione permanente del medico è un diritto del malato “ Poli pag 213 “La molla che promuove questa innata curiosità intellettuale è l’Interesse , esigenza esistenziale connessa con i concetti di bisogno e di bene : si tratta di una specie di cimento che spinge a stabilire delle correlazioni , a farsi delle idee, ad esprimere giudizi , a formare concetti (ideazione) , a catalogarli secondo principi razionali (capacità logica) , a porsi dei problemi ed a volerli risolvere (capacità inquisitiva) , ad archiviarlki nella memoria (esperienza) , ad esprimerli e comunicarli con messaggi verbali (linguaggio) , scritti grafici, opera d’arte (capacità espressiva) . Quando l’interesse manca o è scarso . l’apprendimento non può realizzarsi e si originano sentimenti di noia o di ripulsa (appendice I) E per finire N.d.A. Capitolo V “In un mondo in cui la macchina occupa sempre più spazio , il medico resta uno dei pochi a considerare l’uomo nella sua inscindibile unità psico somatica “. Piccoli sprazzi per pensare, come una presentazione in PPT , quanto tempo mi posso concedere e vi posso rubare in questo viaggio a ritroso in cerca delle origini per combattere le forze “ostili” che vogliono trasformarci in un operatore attaccato al pc , totalmente dimentico della radice umanistica della professione ?
I malati ci guardano come nel passato, a volte siamo noi che li guardiamo meno, anche se passiamo tanto tempo ad occuparci di loro e dei loro esami . Per evitare l’appiattimento ripensiamo alle antiche origini della professione, torniamo ad elevaci nello spirito , solo così non saremo snaturati dalla tecnologia e dalla routine e ritroveremo il giusto rapporto con la persona malata che si è appena seduta imbarazzata di fronte a noi o che ci osserva indifesa dal basso di una barell
Notiziario OMCeO Ve n. 1 2014 pag 9-10